Networking, fare o non fare rete?
Se non ti conosce nessuno non sei attaccabile.
Fare Rete o non fare Rete?
Articolo scritto dall’autrice ed apparso su CMI Insight
Associazione dal dizionario Daic significa “organizzazione i cui membri hanno interessi e scopi comuni” vuol dire quindi riunirsi, condividere un progetto comune e fare delle azioni per portare avanti e raggiungere l’obiettivo che ci si è posti e di cui si è pienamente sposata la meta. La libertà di associazione rientra inoltre nei diritti contemplati dalla Costituzione Italiana, la quale all’articolo 18, recita:” I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare”.
Detto questo, se una persona ha interessi e passioni da condividere con altri e se tutti hanno voglia ed intenzione di darsi da fare per raggiungere alcuni obiettivi comuni, allora è possibile “associarsi”. In questo senso associarsi significa mettersi assieme per realizzare un progetto comune, creare qualche cosa di concreto con altre persone, dello stesso settore o di settori differenti. A questo punto sorge spontanea la domanda: Perchè ci si dovrebbe associare e perché dovrebbe crearsi un networking? Le risposte sono molteplici e suggerisco solo alcuni spunti di riflessione
– Per fare un gruppo di acquisto e abbassare così i costi delle materie prime o dei servizi
– Per difendere il Made in Italy all’estero
– Per istituire per esempio un marchio di garanzia riconosciuto e che tuteli il consumatore finale su alcuni aspetti quali ad esempio: che non mangerà cibi alterati, di dubbia provenienza, geneticamente modificati. O ancora che il gruppo aderisce a dei principi etici ed associativi…
– Per fare networking, ovvero per costruire contatti di valore con altre persone.
– Per farsi conoscere meglio nel proprio settore o verso potenziali prospect
Non ultimo associarsi permette sostanzialmente:
- I sussidi e gli interventi pubblici passano attraverso le associazioni
- Coordinare le strategie rende più forti e più visibili
- Le strategie commerciali diventano più impattanti
Per creare un’associazione bisogna avere ben chiaro alcuni punti:
- Avere una meta ben precisa e facilmente condivisibile
- Stabilire un piano di lavoro formato da tanti sotto-obiettivi raggiungibili.
- Selezionare persone costruttive e possibilmente con ottimi networking , contatti personali e che possano sposare l’idea. Soprattutto che siano disposti ad attivarsi anche personalmente per promuovere l’intero progetto.
Sembrerebbe a questo punto tutto molto semplice, ma purtroppo non è così ecco alcuni pro e contro dell’associarsi
PRO | CONTRO |
Abbassamento costi di acquisto, di materie prime, strumenti e servizi | I fornitori per poter concedere sconti richiedono un certo tipo di pagamento e delle quantità garantite. |
Immagine di grande qualità | Se anche un solo associato non si attiene al codice etico concordato, l’associazione intera viene penalizzata |
Distinguersi dalla concorrenza proponendo un alternativa innovativa e concept non puramente commerciali | Investire costantemente tempo nello sviluppo dell’associazione |
Essere più attenti alle nuove esigenze di un gran numero di consumatori | Un associazione perché sia considerata Opinion Leader deve avere molti iscritti. |
Migliorare l’utile e la marginalità | Costi dovuti all’essere iscritti all’associazione e costi della Associazione stessa. |
Possibilità maggiori di raggiungere e poter influenzare il mercato e le istituzioni | Verificare il controllo ed il rispetto delle norme concordate |
La mia esperienza personale mi ricorda come a volte, le associazioni partono con fini ideali, nobili e costruttivi per poi cadere miseramente nel singolo interesse personale, nella lotta al “careghino”, in una visione limitata del futuro, nella poca organizzazione e nella pessima comunicazione verso l’esterno, non ultimo alla corsa di apparire a livello personale . Il presidente o il gruppo dirigente in alcuni casi dimentica di essere stato scelto per servire l’associazione e non i suoi interessi personali. Il collo di bottiglia delle associazioni sono quindi le associazioni o meglio, le persone che vi aderiscono, per questo il mio suggerimento è quello di istituire ed aderire ad un codice etico al quale attenersi scrupolosamente. Nonostante le difficoltà consiglio e scelgo di associarmi, perché si incontrano anche persone evolute che riconoscono che un gruppo coeso, con una meta condivisa e con delle azioni consapevoli ben definite e attivate, portano il gruppo molto lontano e più velocemente di quello che potrebbe fare il singolo.
Donatella Rampado
www.selfbrand.it